Spesso si sente dire che “passaggio e controllo” sono fondamentali nel calcio. Niente di più vero. Qual è, invece, uno dei fondamentali del ruolo del portiere? Sicuramente la presa.
Per presa si intende l’azione che compie il portiere per fermare un pallone calciato in porta, crossato in area o colpito di testa sempre in direzione della porta. Nel corso degli anni si è sottolineato sempre più spesso come questo gesto tecnico è da ritenersi sia un fondamentale del ruolo, in quanto un portiere deve saper fare bene la presa a qualsiasi età ed a qualsiasi livello, ma anche fondamentale in senso assoluto: un pallone parato in presa può portare diversi vantaggi ad una squadra che sta difendendo.
Prima di tutto una presa pone fine ad un’ azione offensiva avversaria in quanto il pallone, di fatto, non è più nella disponibilità di chi attacca. A differenza della deviazione, di cui abbiamo parlato in un articolo precedente, la presa non rimette in gioco il pallone e deve essere privilegiata quando possibile.
La presa, inoltre, può consentire al portiere di avviare una transizione positiva. Un portiere attento e che sa leggere il gioco, dopo aver effettuato una presa può decidere se e come avviare una ripartenza. Una rimessa in gioco corta, una rimessa a “bilanciere” oppure anche un rinvio lungo al volo possono essere un’ arma a disposizione del portiere per ripartire rapidamente dopo aver effettuato una presa.
E’ necessario, parlando di presa, fare una distinzione tra presa a pollici convergenti e presa a pollici divergenti.
La presa a pollici convergenti è quella che si effettua su palloni calciati dal petto in su. In passato, per utilizzare un gergo meno affine alle definizioni utilizzate alla scuola allenatori di Coverciano, veniva chiamata “presa alla figura”. Ad ogni modo sono da considerarsi prese di questo tipo quella effettuata con il pallone calciato sul petto, al volto e anche la presa alta.
Nella presa a pollici convergenti le mani del portiere devono essere entrambe dietro al pallone e con le braccia ed il corpo a sostegno delle mani stesse. In questo modo si riesce a fermare il pallone attutendone l’attrito causato dalla forza con cui è stato calciato. Spesso e volentieri, soprattutto nelle categorie giovanili, si vedono giovani portieri eseguire la presa con le mani ai lati del pallone oppure con solo le mani dietro la palla ma non le braccia ed il corpo. Questo è uno degli errori più comuni (ma anche più gravi) che vanno corretti da parte di un allenatore dei portieri.
La presa a pollici divergenti è quella che si effettua su palloni calciati dal petto in giù. Qualche anno fa veniva chiamata “bloccaggio” se il pallone era calciato ad altezza stomaco oppure “raccolta” se il pallone era calciato rasoterra o rimbalzante ma comunque dal petto in giù. Questo tipo di presa, su palloni rasoterra o rimbalzanti, può essere effettuata sia restando in piedi ma anche accompagnandola ed andando a terra frontalmente.
La tecnica di esecuzione per una presa a pollici divergenti prevede una postura delle mani in maniera diversa da parte del portiere. Sempre dietro la palla ma, di fatto prendendola nella sua parte più bassa, con i gomiti stretti e paralleli. Il movimento da eseguire per effettuare questa presa ricorda molto quello di un cucchiaio. Le problematiche maggiori legate alla presa a pollici divergenti sono legate al tempo di intervento su una palla rimbalzante (può capitare che il portiere lo calcoli male e la palla rimbalzi goffamente addosso al corpo) ma anche alla postura dei gomiti. Se troppo larghi, infatti, la palla può non essere fermata o addirittura passare in mezzo e rotolare dentro la porta.
Nel percorso di crescita di un portiere la presa, che sia a pollici convergenti o divergenti, è un fondamentale che deve essere sempre allenato. E’ importante per un portiere esercitarla continuamente perché, sebbene sia un gesto molto ripetitivo e costante, non bisogna mai tralasciare l’affinamento della tecnica dei fondamentali a qualsiasi età ed in qualsiasi categoria.
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