25° puntata: i cicli formativi del ruolo del portiere
In ogni ambito, che sia scolastico, lavorativo o sportivo, esistono dei cicli formativi. Si tratta di percorsi di crescita, mirati e specifici, al fine di incrementare il bagaglio di conoscenze di una persona. Anche per il ruolo del portiere, naturalmente, esistono dei cicli formativi: scoperta ed avviamento, specializzazione e perfezionamento. Si tratta di tre cicli di crescita differenti all’ interno del percorso di crescita di un giovane portiere.
La scoperta e l’avviamento avvengono nel momento in cui si affrontano le categorie primi calci e pulcini ovvero nel momento in cui un bambino/ una bambina si approcciano per la prima volta allo sport del calcio. In queste categoria, ma più in generale a quest’ età, è importante lo sviluppo delle competenze motorie di base in quanto l’obiettivo dell’ istruttore deve essere quello di formare un atleta ancor prima che un calciatore con un ruolo specifico. L’ istruttore, contestualmente all’ insegnamento delle competenze motorie, deve anche iniziare a far prendere coscienza al portiere dell’ esistenza dello “strumento” palla attraverso l’introduzione di semplici esercizi di tecnica sia podalica che specifica per il ruolo.
Nelle categorie esordienti e giovanissimi, invece, si affronta la fase cosiddetta di specializzazione. E’ un ciclo formativo in cui ad essere sviluppata deve essere la tecnica pura del calciatore e specifica del ruolo del portiere. La presa a pollici divergenti, la presa a pollici convergenti, il tuffo senza spinta, il tuffo con spinta, il tuffo levagamba, la deviazione con la mano omologa, la deviazione con la mano opposta, la deviazione a due mani e le respinte sono tutti aspetti tecnici che l’ allenatore dei portieri deve curare in questa particolare ed importante fascia di età. Unitamente a questi aspetti è necessario includere nel programma da sviluppare per questa fase di crescita anche alcuni esercizi atti a migliorare anche la posizione e la postura del portiere.
L’ ultimo ciclo formativo riguarda la fase di perfezionamento. E’ il momento in cui, dagli allievi in poi, l’allenatore dei portieri deve occuparsi anche dello sviluppo della componente atletica del portiere. Oltre alle già citate abilità tecniche, che non devono essere mai tralasciate, il portiere deve essere allenato anche dal punto di vista di componenti importanti come forza, esplosività e reattività. Il portiere è pronto a diventare un atleta completo sotto ogni punto di vista .
Terminati questi tre cicli formativi, dove ormai il portiere dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo) essere pronto per il “salto tra i grandi” il compito dell’ allenatore dei portieri è quello di mantenere e se possibile affinare tutte le competenze apprese dal portiere durante il suo percorso di crescita.
Il ciclo più importante, dei tre sopra descritti, è certamente quella di specializzazione in quanto il portiere è in un età in cui, in corrispondenza del picco di crescita, è in grado di apprendere sia dal punto di vista motorio che dal punto di vista tecnico nella maniera migliore. Riuscire a formare adeguatamente un portiere in questa fase è sicuramente lo step più importante per un allenatore dei portieri. Naturalmente, pur disponendo di conoscenze e competenze ed applicandole al meglio, non è automatico che un allenatore dei portieri riesca sempre a formare un portiere pronto per la prima squadra.