La pedagogia attiva e passiva

I metodi didattici e la tipologia di pedagogia applicata rappresentano delle procedure organizzate di azioni che consentono all’insegnante di condurre situazioni di apprendimento.

Nel concreto, stiamo parlando di un metodo di insegnamento nettamente influenzato dalla soggettività dell’istruttore, anche se così non dovrebbe essere in quanto la scelta dell’applicazione di un metodo rispetto all’altro comporta una qualità una tipologia di situazioni estremamente differente.

L’orientamento pedagogico passivo sviluppa un processo conoscitivo che va dal generale al particolare ed è basato suo ragionamento e sulla logica.
Si fonda sulla personalità dell’insegnante che trasmette informazioni agli allievi.
Concetto chiave: si basa sul comando e sull’assegnazione di compiti.
Di conseguenza, la presenza dell’insegnante è fondamentale e costante, con continue indicazioni agli esecutori.

Dall’altra parte, l’orientamento pedagogico attivo propone un processo conoscitivo che va dal particolare al generale.
Si basa sulle capacità degli allievi di acquisire conoscenze in modo autonomo sotto la guida degli insegnanti.
Concetto chiave: si basa sulla collaborazione e cooperazione, trattandosi di una scoperta guidata del singolo con l’aiuto dei compagni a seconda della situazione.
Di conseguenza, si crea una situazione molto più aperta, creando un clima di libertà e scoperta delle proprie abilità.

Precisiamo fin da ora che non è nostro obiettivo convincere quale dei due sia la metodologia migliore e nemmeno dare pro e contro di una pedagogia rispetto all’altra.
Questo perché non è e non sarà mai possibile provare quale sia il metodo giusto per creare giocatori di prima squadra ed esatto per vincere in prima squadra.
Come anticipato, questi sono in buona parte influenzati dalla personalità dell’insegnante, ma egli può comunque tenere conto delle potenzialità di entrambi e di valutare un’integrazione nella propria programmazione.

Durante la seduta di allenamento, le due metodologie si sviluppano così di seguito:

La pedagogia passiva prevede un’organizzazione totale, con l’allenatore che fornirà ai ragazzi:
• organizzazione;
• partenza;
• sviluppo;
• conclusione;
• feedback.
I ragazzi sono dei meri esecutori, consentendo di ripetere l’attività per numerose volte cercando la perfezione della stessa.

La pedagogia attiva basa la sua organizzazione su un’obiettivo da raggiungere, o meglio, sul focus della seduta, e l’allenatore fornirà ai ragazzi:
• obiettivo dell’attività;
• presentazione del problema da risolvere.
I ragazzi sono al centro dell’iniziativa didattica, con l’insegnante che dovrà seguirà con una grande capacità di osservazione lo sviluppo e l’eventuale correzione solo quando necessario.
I ragazzi dovranno incontrare difficoltà, preferibilmente progressive, sulle quali dovranno ragionare e provare, attraverso tentativi, al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato.
Attraverso il raggiungimento o meno degli obiettivi e al superamento o meno delle difficoltà i ragazzi riceveranno da loro stessi un feedback sull’andamento della propria crescita.

Il nostro invito è quello di approfondire, studiare, conoscere e provare entrambi gli approcci, al fine di entrare in possesso di un bagaglio sempre più ampio da offrire ai nostri ragazzi.

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