Possiamo suddividere le modalità di difesa in fase di non possesso in tre tipologie:
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Difesa a uomo;
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Difesa a zona;
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Difesa a uomo nella zona.
La prima, la difesa a uomo, si tratta di una impostazione utilizzata ampiamente nei decenni scorsi, oggi quasi non più praticata.
Questo sistema a uomo generava difese molto aggressive e molto fisiche, dove i movimenti erano dettati dagli avversari.
Proprio in questo periodo era presente il ruolo del libero: il giocatore ideale pronto per rimediare eventuali errori dei compagni o pronto per il raddoppio di marcatura.
La difesa a zona, chiamata anche difesa di reparto, mantiene un concetto collettivo decisamente opposto rispetto alla difesa a zona, assente in quest’ultimo.
La linea difensiva si organizza e orienta il proprio movimento in maniera collettiva in base al posizionamento del pallone, a quella dei compagni e in base allo spazio da difendere.
La difesa a uomo nella zona rappresenta invece dei principi precauzionali della difesa a zona, completandosi con principi attraverso i quali i difensori si orientano in base alla palla e all’avversario da marcare, ponendo pressione a quest’ultimo anche in caso di palla scoperta.
Riepilogando e semplificando, le caratteristiche principali di questi ultimi due metodi di difesa, diffusi negli ultimi anni, sono principalmente:
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Nella difesa di reparto i riferimenti del difensore sono la palla e i compagni;
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Nella difesa a uomo nella zona l’orientamento del difensore è rivolto in base alla palla e all’avversario da marcare.
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Nella difesa di reparto è presente un’organizzazione più precauzionale;
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Nella difesa a uomo nella zona si difende in avanti.
Qualsiasi squadra non è mai vincolata all’utilizzo e alla scelta di una sola idea di difesa, ma la stessa è possibile variarla durante il corso della stagione e anche durante il corso della singola partita.
Sono presenti dei momenti in cui è consigliato passare dalla difesa a uomo alla difesa a zona:
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In caso di inferiorità numerica;
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In caso di contropiede;
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Quando l’avversario ha vantaggio in termini di tempo e spazio.
Sono presenti metodologie che riportano la spiegazione dei seguenti movimenti attraverso momenti senza palla, o simulando con i movimenti della palla da parte di uno o due giocatori.
Vediamo di seguito tre esempi differenti: come poter porre il focus ai movimenti del reparto interessato in situazioni collettive dopo aver spiegato i principi in situazioni analitiche.