I PRINCIPI DEL CALCIO DI STRADA
L’Unione Europea delle Associazioni di Football (UEFA), nell’ambito delle sue attività divulgative, ha
redatto un decalogo riguardante il calcio giovanile, definendo l’approccio da adottare lavorando con bambini
e ragazzi. Delle 10 disposizioni di seguito riportate, ci focalizzeremo sull’ultima (riproponendo un
approfondimento delle altre in successivi articoli), relazionandola alle moderne metodologie di insegnamento
nelle scuole calcio e nei centri calcistici di base.
1. Il calcio è un gioco per tutti
2. Il calcio deve poter essere praticato dovunque
3. Il calcio è creatività
4. Il calcio è dinamicità
5. Il calcio è onestà
6. Il calcio deve essere svolto in condizioni sicure
7. Il calcio deve essere proposto con attività variabili
8. Il calcio è amicizia
9. Il calcio è un gioco meraviglioso
10. Il calcio è un gioco popolare e nasce dalla strada…
Il gioco del calcio è popolare, dunque deve essere accessibile a tutti, indifferentemente dal livello di
conoscenze, abilità, competenze ed esperienze pregresse.
Il “luogo” di nascita merita una più approfondita analisi. Alcune regole non scritte del calcio
giovanile di strada sono (oltre alla classica “chi porta il pallone, decide”): la presenza di bambini di
varie età, la ricerca costante della verticalizzazione, l’autoarbitraggio (che prevede l’accordo comune
finalizzato al solo scopo di riprendere al più presto il gioco), giochi situazionali con l’obiettivo primario
di fare goal o di eliminare la squadra o i componenti della squadra avversaria (mundialito, tedesca, ecc),
oppure di guadagnare punti, imitazione dei gesti dei compagni, accettazione della decisione del
compagno.
Se la strada è il fondamento del gioco, le società sportive e gli allenatori dovrebbero cercare di
riportare le proposte di apprendimento a tale livello, utilizzando attrezzature, concetti e metodologie
moderne, ma pur sempre inseriti nel contesto dei principi del calcio popolare. Le esercitazioni analitiche
devono essere utilizzate con una percentuale ridotta, a favore delle situazionali, più vicine alla realtà del
gioco. L’aspetto ludico-competitivo deve essere sempre proposto, perché motivante e insito nella natura
del bambino che gioca. L’allestimento di gruppi con età diverse, seppure nella tutela della salute, può
essere proposto per far realizzare ai più grandi (1-2 anni di differenza), quanto i più piccoli possano
imparare da loro e viceversa. Un bambino di 10 anni che gioca un 2 vs 1 contro 2 bambini di 9 anni,
sarà oltre modo motivato a sperimentare nuove esperienze per superare gli avversari. Quante volte, per
strada o nelle piazze, ragazzi più grandi si relazionano con bambini più piccoli? Sedute condotte da
“miniallenatori” della categoria esordienti (12-13 anni) con funzione di tutor, rivolte a piccoli amici (5-6
anni) sotto l’attenta guida di un allenatore esperto, hanno evidenziato ancora di più i concetti di
responsabilizzazione e difficoltà di apprendimento da una parte e di agonismo e desiderio di imparare
dall’altra.
Il gioco di strada ha il grande merito di permettere ai bambini di sentirsi liberi di scegliere e di
adattarsi alle situazioni senza che un adulto dica loro cosa fare.
“Non è il più forte che sopravvive, né il più intelligente, ma il più aperto al cambiamento”. (C. Darwin)