Abbiamo visto la scorsa settimana nell’articolo ‘La finalizzazione nel ritiro precampionato’ come e quanto questa sia importante fin dai primi allenamenti stagionali, in quanto rappresenta la zona più emozionante e intensità, sia sotto il punto di vista tecnico che cognitivo.
Qui si vede la reale unione di intenti della squadra poiché porta allo scopo finale di quello che è il gioco del calcio: il gol.
Fin da subito ci preme evidenziare che lo sviluppo della finalizzazione non può scendere a compromessi indicati su schemi prestampati, per due motivazioni principali:
- il gioco nella sua interpretazione e nel suo sviluppo è figlio delle caratteristiche fisiche e tecniche dei giocatori;
- ogni azione, soprattutto in zona tre, è sempre differente dalle altre, quindi, oltre ai principi di gioco dell’allenatore non può mai assentarsi la fantasia del giocatore.
Con questi due punti vogliamo porre all’attenzione di tutti gli addetti ai lavori che bisogna sempre tenere in assoluta considerazione le caratteristiche della propria squadra e plasmare in base ad essa il proprio modello di gioco.
Solamente nelle categorie professionistiche vediamo Direttori Sportivi costantemente all’opera per ricercare giocatori dalle caratteristiche ideali per il proprio allenatore e se succede anche in Serie D o Eccellenza è cosa rara!
Bisogna anche ricordare che il calcio è un gioco di situazioni imprevedibili e costantemente diverse tra loro. Diventa così molto complicato e difficilmente efficace ridurre un numero altissimo di azioni in tre o quattro schemi prestabiliti a tavolino; sarà quindi compito dell’allenatore proporre principi atti a portare conoscenza e libertà nella quale ogni singolo giocatore potrà interpretare la finalizzazione in una collaborazione efficace con i compagni.
Entrando maggiormente nel concreto, per finalizzazione intendiamo tutti quei comportamenti in fase di possesso palla con l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile alla porta avversaria per trovare una conclusione a rete vincente.
Indubbiamente possiamo dedurre che bisogna mettere in difficoltà la difesa avversaria, rompere la sua organizzazione e sfruttare i suoi punti deboli. Il calciatore dovrà pertanto non solo collaborare con i compagni, bensì anticipare le intenzioni avversarie e adattarsi in maniera vincente ad ogni loro successivo comportamento.
Nel prossimo articolo in uscita la prossima settimana vedremo finalmente le proposte da campo che si possono utilizzare, facendo fede al fatto che nella zona di finalizzazione sono presenti numero comportamenti e sviluppi, nessuno inferiore agli altri, sul quale l’allenatore dovrà concentrarsi in focus periodici, tra i quali:
- sostegno al portatore;
- superiorità numerica e inferiorità numerica;
- mantenimento del possesso palla;
- corse in diagonale;
- corse di deviazione;
- gioco su lato cieco;
- movimenti a incrocio;
- movimenti in sovrapposizione;
- riconoscimento dei passaggi (appoggiato, passante e filtrante);
- passaggi a muro;
- blocco;
- velo;
- variazione ritmo di gioco;
- seconde palle.